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Olimpiadi a Roma. Un no per mio figlio Francesco

Bene che non si facciano le Olimpiadi a Roma. Per le prossime generazioni, a cominciare da mio figlio

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Sono contento che a Roma non si facciano le Olimpiadi. Non è, la mia, un’avversità verso lo sport, ho ancora negli occhi le splendide immagini di Beatrice “Bebe” Vio e Alex Zanardi alle paraolimpiadi e mi sono commosso vedendole, e devo dire che anche per loro mi sarebbe venuta voglia di dire si alle Olimpiadi.

Ma Roma ci vivo e rispetto a questa città ho una piccola emergenza. Al ritorno da un giro in Germania con il camper sono arrivato sotto casa e mio figlio, otto anni, ha aperto la porta, non è sceso, ha guardato in giro e mi ha chiesto: «Papà perchè la mia città è così sporca e brutta?».

Vi potrà sembrare demagogia, superficialità, pressapochismo, individualismo, ma per me questa sua affermazione è più importante delle Olimpiadi.

E vivo all’Eur non a Tor Bella Monaca. E di questa affermazione di mio figlio sento tutto il peso, la responsabilità. Io ho deciso per lui, vivo a Roma e io l’ho fatto crescere in questa città quando i segni del degrado sociale e politico erano già evidenti.

Io sono il responsabile del suo senso d’appartenenza a Roma – per chi non l’avesse notato Francesco, mio figlio, usa il termine «mia città», non «questa città», non «Roma», usa parole per definire che è la sua città, gli appartiene e gli apparterà in futuro.

Ora mi scuserete ma la qualità della vita dei prossimi dieci anni di mio figlio, quelli nei quali s’affaccerà al mondo, sono più importanti delle olimpiadi.

Ma sei proprio sicuro che non possa essere diverso? Mi chiederete. Si sono sicuro. Ricordiamoci che nella città si è verificato quello che considero uno degli atti più creativi della malapolitica: la stampa di biglietti falsi dell’autobus creando un flusso di cassa in nero per la politica di destra e di sinistra, con la complicità di personale Atac, comunale e tipografie.

Una cosa veramente creativa. 40 milioni di euro/anno in dieci anni, ossia 400 milioni di euro. Il 37% del debito cumulato di Atac che ammonta a 1.100 milioni di euro. Un furto ai danni della città che ora paghiamo in termini di bassa qualità del servizio.

A Roma veniamo da cose come questa, e potrei continuare e allora come si fa a invocare la fiducia dei cittadini verso le Olimpiadi? Per non parlare di cosa è la macchina comunale.

Ci sono 100 dico 100 centri di spesa, con un livello di corruzione nel personale tecnico/dirigenziale pauroso, al punto che la magistratura ogni volta che ci butta l’occhio fa la pesca a strascico con gli arresti.

Come si fa a dire, in queste condizioni, che le olimpiadi sarebbero state meglio, dei mondiali di nuoto, per limitarsi all’ultimo caso – quando il personale tecnico/dirigenziale dell’epoca (sei anni fa) sta ancora tutto li e anzi in parecchi casi ha fatto carriera?. E si tratta di dirigenti che non cambiano con i cambiamenti elettorali, siano quelli di Matteo Renzi o di Virgina Raggi. Ora devo lavorare, anche io e ne sono responsabile perché tra dieci anni mio figlio non mi ripeta: «Papà perchè la mia città è così sporca e brutta?».


Un articolo molto approfondito sui risvolti economici delle olimpiadi da Il Sole24Ore


IL dossier prodotto dai Radicali sulle olimpiadi di Roma 2024


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