Plastiche in mare: la soluzione è l’economia circolare

La Ellen MacArthur Foundation ha istituito un premio per le migliori esperienze di economia circolare

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È emergenza mare: prima imputata la plastica. E la soluzione può essere l’economia circolare. Per ciò ci sono anche le operazioni di bonifica che svolgono un grande ruolo per il problema dell’inquinamento da plastiche degli oceani, ma non è sufficiente. Ogni anno finiscono nei mari oltre otto milioni di tonnellate di plastica, mentre le tre più importanti operazioni di bonifica a livello planetario riguardano non il 0,5% di questo volume.

Occorre, quindi, agire sulle cause e per fare ciò è necessario che ricercatori, industrie e governi sviluppino soluzioni che prevengano all’origine la formazione del rifiuto con l’economia circolare.

Per questo motivo la Ellen MacArthur Foundation ha stanziato due milioni di dollari per il New Plastics Economy Innovation Prize, finanziato da Wendy Schmidt, filantropa e sponsor principale dell’iniziativa New Plastics Economy, che è appoggiato anche dall’italiana Novamont ed è gestito NineSigma, che ha contribuito a identificare le soluzioni possibili su scala internazionale.

Durante il Forum Economico Mondiale di Davos, la Ellen MacArthur Foundation e NineSigma hanno comunicato i vincitori del premio Circular Materials Challenge. Si tratta d’innovazioni che se dovessero essere supportate dalle apposite infrastrutture potrebbero impedire che si produca l’equivalente in rifiuto plastico di cento sacchi di spazzatura al secondo.

«Queste innovazioni vincenti dimostrano che cosa è possibile fare adottando i principi di un’ economia circolare – afferma Ellen Mac Arthur – Le operazioni di bonifica continuano a svolgere un ruolo importante per affrontare le conseguenze del problema dei rifiuti plastici, ma sappiamo che occorre fare di più. Abbiamo urgente bisogno di soluzioni in grado di affrontare le cause profonde del problema e non solo i sintomi. In una New Plastics Economy, prima di tutto, la plastica non diventerà più un rifiuto né finirà negli oceani. Per ottenere ciò saranno necessari nuovi livelli di impegni e di collaborazione tra industrie, governi, progettisti e startup. Spero che queste innovazioni possano indurre ulteriori progressi e contribuire a realizzare un sistema in cui tutte le materie plastiche vengano riutilizzate, riciclate o compostate in modo sicuro».

Le proposte che riguardano gli imballaggi leggeri e flessibili per i prodotti come le salse, il caffè e le merendine, che sono troppo difficili o troppo costosi da riciclare visto che sono composti da più strati di materiali diversi accoppiati. Ecco i premi categoria per categoria:

Rendere riciclabili gli imballaggi non riciclabili:

1. University of Pittsburgh. Con l’applicazione di nanotecnologie i ricercatori dell’Università hanno ottenuto un materiale riciclabile in grado di sostituire gli imballaggi complessi multistrato altrimenti impossibili da riciclare. La soluzione riproduce il modo in cui la natura utilizza solo pochi elementi strutturali molecolari per creare una grande varietà di materiali.

2. Aronax Technologies Spain. La società ha messo a punto un additivo magnetico che consente di ottenere un migliore isolamento all’aria e all’umidità, caratteristica che rende l’imballo idoneo per proteggere prodotti sensibili come caffè e farmaci, senza che venga meno la possibilità di riciclo.

Combinazione di materiali compatibili con l’ambiente:

1. Full Cycle Bioplastics, Elk Packaging e Associated Labels and Packaging. Le tre società hanno collaborato alla produzione di un materiale compostabile ottenuto da materie prime rinnovabili, sottoprodotti dell’agricoltura e residui alimentari, dalle elevate prestazioni e ideale per imballare una vasta gamma di prodotti che vanno dalle barrette di cereali ai salatini fino ai detersivi per le lavatrici.

2. VTT Technical Research Centre of Finland. Ha messo a punto un materiale compostabile multistrato derivato da sottoprodotti agricoli e forestali che potrebbe essere utilizzato per la produzione di confezioni per prodotti quali muesli, frutta in guscio, frutta secca e riso.

3. Fraunhofer Institute for Silicate Research ISC. Ha sviluppato un rivestimento in silicato e biopolimeri utilizzabile in diversi tipi di imballaggi per alimentari, che protegge la confezione e il cibo dalla prematura degradazione ed è completamente compostabile.

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2 Commenti su Plastiche in mare: la soluzione è l’economia circolare

  1. penso che l’intelligenza umana capace di copiare i processi della natura, se saprà prescindere dai meri interrssi economici,pur necessari, può trovare tutte le soluzioni ed evitare il continuo degrado del nostro pianeta. Dunque: cittadini, governi,imprese e soprattutto scienza, debbono operare in coesione. Salviamo il nostro pianeta, abbiamo solo questo ed é ancora bellissimo!

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